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È lecito pensare ai valori come a stelle polari che guidino l'agire e stabilire il "luogo assoluto" del valore? In un mondo che, come scrive Massimo Cacciari, è segnato da una "rivoluzione permanente", vi sono dei criteri per sancire un bonum, un valor, oppure la valorizzazione è questione prospettica? La perdita di valore del valore è un tema centrale nel dibattito sociopolitico e filosofico. In una società segnata dalla perdita di senso si avverte il crescente indebolimento di referenti valoriali stabili. L'emergere di un profondo disorientamento spirituale legato agli sviluppi della tecnologia e alle trasformazioni economiche impone l'abbandono di un mondo in cui gli individui conducevano l'esistenza in "comunità di vita e di senso", dotate di interpretazioni della realtà condivise. Il volume spazia dalla questione del "bene comune" allo statuto dell'etica sociale, dall'elevazione del denaro a valore universale alla "sociologia del dominio", toccando le conseguenze del relativismo scettico in ambito morale, fino alle implicazioni dell'attribuzione del valore nell'etica ambientale attraverso il confronto con autori quali Schmitt, Derrida, Weber, Simone Weil, Platone e Hegel.